Wonder Woman | Film con Gal Gadot | Recensione
Il voto di Nerdface:
2.5 out of 5.0 stars
Titolo originale | Wonder Woman |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2017 |
Durata | 141 minuti |
Uscita | 1 Giugno 2017 |
Genere | Azione Avventura |
Regia | Patty Jenkins |
Sceneggiatura | Allan Heinberg |
Fotografia | Matthew Jensen |
Musiche | Rupert Gregson-Williams |
Produzione | Warner Bros. Pictures Cruel and Unusual Films DC Entertainment Dune Entertainment Atlas Entertainment |
Distribuzione | Warner Bros. |
Cast | Gal Gadot Chris Pine Robin Wright Danny Huston David Thewlis Connie Nielsen Elena Anaya Ewen Bremner Lucy Davis Lisa Loven Kongsli Eugene Brave Rock Saïd Taghmaoui |
Il voto di Nerdface:
2.5 out of 5.0 stars
«Un tempo volevo salvare il mondo»
Gal Gadot. GAL GADOT. Il racconto di questo Wonder Woman potrebbe racchiudersi nel nome della sua protagonista, di una bellezza davvero imbarazzante. Lei, non il nome. Ma, purtroppo, pare che DC abbia deciso di mettere a dura prova anche chi aspetta con ansia un film del suo universo in grado di silenziare ogni critica. Qui il compito è davvero arduo, nonostante sulla Principessa Diana molte speranze fossero state riposte, dopo la sorpresa così positiva rappresentata dal suo ingresso in scena in Batman v Superman. La pellicola muove da una rilettura davvero risibile dei miti dell’antica Grecia. Zeus crea gli uomini, finché quel cattivone invidioso di Ares semina in essi odio e rancore, scatenando guerre e caos. Ideona: inventiamo le Amazzoni, per sedare gli animi (…). Saranno loro, poi, a custodire una portentosa arma, l’Ammazza Dei, dopo che il boss dell’Olimpo ha dato una sonora lezione al Dio della Guerra: l’artefatto è la garanzia per un suo eventuale ritorno sulle scene. Così, seguiamo la piccola Diana durante la sua infanzia, sull’isola celata agli occhi di Ares e dell’umanità: poiché è la figlia della Regina, gode dell’immunità dagli intensi allenamenti subìti dalle altre Amazzoni.
Prima Guerra Mondiale
Ma la piccola è turbolenta e di nascosto impara l’uso delle armi dalla zia, interpretata da una rude Robin Wright, con tanto di sgarro sulla spalla. Diana cresce, diventa Gal Gadot, acquisisce consapevolezza sul suo essere dotata di poteri speciali finché, un giorno, questa barriera che sarebbe dovuta essere impenetrabile a un Dio è violata da un biplano e da una flotta navale. L’aereo è pilotato da una spia inglese, le navi sono tedesche: già, perché mentre le Amazzoni giocavano con arco e frecce, il mondo era precipitato nella Prima Guerra Mondiale. Diana salva il pilota britannico e c’è un’inevitabile battaglia sulla spiaggia. Contro ogni buon senso, l’arma bianca ha la meglio sulle pallottole: tale è l’effetto, che l’incrociatore alla guida delle navi inverte la rotta, sparisce e non cannoneggia le nemiche.
Wonder Woman prosegue in terra inglese: l’eroina decide d’aiutare il pilota (Chris Pine), il quale ha rubato un libretto dove è racchiusa la formula di un terribile gas in grado di spostare le sorti della guerra, sotto il peso di potenziali milioni di vittime. Abbandona, dunque, l’isola e si reca a Londra: è sicura che dietro il piano ci sia Ares. Insieme ai due, si uniranno tre personaggi (in cerca d’autore): un cecchino scozzese che non sparerà un solo colpo in tutto il film; un turco imbroglione; un indiano d’America materializzatosi in pieno fronte belga.
Donna forte
Nella capitale inglese si svolge la parte migliore del film, legata al confronto tra una donna forte e indipendente e la condizione femminile dell’epoca, quando voto e possibilità di decidere erano appannaggio unicamente maschile. Paradossalmente, sono pure i minuti meno DC style di tutto Wonder Woman, pieni come sono di gag e battute. Perché poi, quando si torna a quella sua presunta serietà, la sceneggiatura ci sbatte in faccia un’altra stortura storica, secondo la quale i cattivi sono i tedeschi. Davvero, uno script che sembra la proiezione mentale di Trump quando non stringe la mano alla Merkel. Tanta è la confusione, che se andate a spulciare in giro altre recensioni, troverete qualcuno che parla di nazisti. La rappresentazione del più cruento conflitto della storia, poi, si limita a due trincee contrapposte, una mitragliatrice, un campanile, un cecchino, un monco e un bambino in lacrime. Punto. Ma nulla sarà meno credibile del villain: una scelta di casting che ha dell’incredibile.
Inutilmente lungo
Wonder Woman è il caso di un obiettivo mancato clamorosamente. È un film inutilmente lungo e pieno di semplificazioni, il caso di quelle sceneggiature traballanti che, a ripensarci, sono piene di falle. Non basta Gal Gadot, credibile anche quando il regista la costringe a uscire dalla trincea come farebbe una modella dalle quinte delle giornate della moda di Milano. Ed è un peccato, perché l’attrice sa smentire i dubbi dei tanti che hanno ancora oggi Lynda Carter negli occhi. È tutto quanto ruota interno a lei a girare a vuoto, purtroppo.
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Titolo originale | Wonder Woman |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2017 |
Durata | 141 minuti |
Uscita | 1 Giugno 2017 |
Genere | Azione Avventura |
Regia | Patty Jenkins |
Sceneggiatura | Allan Heinberg |
Fotografia | Matthew Jensen |
Musiche | Rupert Gregson-Williams |
Produzione | Warner Bros. Pictures Cruel and Unusual Films DC Entertainment Dune Entertainment Atlas Entertainment |
Distribuzione | Warner Bros. |
Cast | Gal Gadot Chris Pine Robin Wright Danny Huston David Thewlis Connie Nielsen Elena Anaya Ewen Bremner Lucy Davis Lisa Loven Kongsli Eugene Brave Rock Saïd Taghmaoui |