Royal Rumble: meravigliose, pacchiane star del Wrestling
Royal Rumble
Al match partecipano 30 lottatori, ma all’inizio sul ring ve ne sono due. I rimanenti 28 raggiungono il quadrato a intervalli di tempo predefiniti, secondo un ordine precedentemente sorteggiato. Vince il match chi rimane solo sul ring una volta terminata la fase degli ingressi. Un wrestler può essere eliminato solo se finisce fuori dal ring passando sopra la terza corda e toccando terra con entrambi i piedi; non si può vincere né usando prese di sottomissione né ricorrendo allo schienamento.
Royal Rumble!
A tutti noi è capitato di riuscire a saltare un noioso giorno di scuola. Negli anni ’80 rimanere a casa voleva dire godersi il palinsesto mattutino di Mediaset, composto dalle serie che all’epoca spadroneggiavano. C’erano l’A-Team e Supercar, L’uomo da sei milioni di dollari e La donna bionica. Soprattutto, c’era il Wrestling della WWF.
I personaggi della festa
Per un bambino era una festa: variopinti personaggi si affrontavano sul ring in una lotta senza esclusione di colpi, con la voce di Dan Peterson che, col suo spiccato accento americano, enfatizzava ogni azione, non senza una buona dose di fantasia.
Eroi
Poi c’erano i match speciali come le Royal Rumble e io ho ancora fisso il ricordo di Hulk Hogan che sfida André the Giant, battendolo, all’interno di un’enorme gabbia innalzata attorno al ring. Erano pacchiani i wrestler di una volta, molto più di quelli di oggi. Per scoprirlo basta dare un’occhiata ai più famosi.
Ultimate Warrior
All’anagrafe James Brian Hellwig, fu comparsa in Blade runner e approdò alla WWF nel 1987. All’epoca era conosciuto come Dingo Warrior e nella federazione erano presenti già molti lottatori con un «warrior» nel nome. Hellwig fece spallucce affermando: «I’m not this warrior, I’m not that warrior, I am the ultimate warrior». Iniziò così la sua leggenda.
Il suo stile di combattimento era basato sulla pura forza fisica, come dimostrava la sua mossa finale: la Running Splash consisteva nel correre sul ring sfruttando il rimbalzo dalle corde per poi tuffarsi sull’avversario a terra. Ultimate Warrior ci ha lasciato per un infarto nel 2014.
Ted DiBiase
Conosciuto come Million Dollar Man, era uno dei cattivi. Il suo motto era: «Tutti hanno un prezzo» e, quando vinceva un incontro, era solito infilare una manciata di banconote nella bocca dell’avversario. Tentò di comprare il titolo da Hulk Hogan e, non riuscendoci, si fece aiutare da André the Giant che contro Hogan vinse un incontro truccatissimo, ovviamente secondo i canoni di una sceneggiatura creata ad hoc, nel quale il vero arbitro fu sostituito dal suo gemello, pagato ovviamente da Ted DiBiase.
Naturalmente il titolo così conquistato non gli fu riconosciuto e, per tutta risposta, Ted DiBiase creò una cintura tutta sua, il trofeo della Million Dollar Championship. Ora è un cristiano rinato.
André the Giant
Il gigante buono André the Giant doveva la sua mole all’acromegalia di cui soffriva. Morì nel 1993 per infarto. È ricordato per molte caratteristiche sia tra i colleghi sia tra gli appassionati, ancora oggi. Intanto per la sua partecipazione a La storia fantastica, e per il meraviglioso aneddoto del peto di 16 secondi che bloccò le riprese del film, poi per il suo piccolo ruolo in una puntata de L’uomo da sei milioni di dollari. Più d’ogni altro, per la sua giovialità e bontà.
Perfino Hulk Hogan, che con lui sul ring diede vita a una delle rivalità più appassionanti, non perde occasione per cantarne le lodi. Non a caso, fu il primo lottatore a finire nella Hall of Fame della WWF, creata proprio in occasione della sua morte.
Koko B. Ware
Già conosciuto come Birdman, James Ware fa il suo debutto in WWF nel 1987. I suoi marchi di fabbrica erano vestiti sgargianti, occhiali da sole e l’atteggiamento strafottente e ovviamente Frankie, l’enorme pappagallo col quale era solito entrare in scena. Dotato d’enorme carisma, era solito agitare le braccia come un uccello dopo la vittoria, ma non riuscì mai a diventare un vero e assoluto protagonista.
Poi Frankie morì durante un incendio e Koko B. Ware non ebbe cuore di sostituirlo. Fu licenziato dalla WWF quando venne alle mani col dirigente Jim Troy, che gli aveva rivolto epiteti razzisti. Nel 2009 è entrato nella Hall of Fame della WWF.
Big Boss Man
Ray Taylor prende il nome di Big Boss Man in WWF nel 1988. Prima della carriera come lottatore, era una guardia carceraria di un carcere in Georgia ed è quest’esperienza ad avergli ispirato il costume da poliziotto.
Dopo ogni incontro vinto ammanettava l’avversario. È morto nel 2004 per infarto, come molti altri suoi colleghi e, sebbene il suo ricordo sia un po’ sbiadito, credo davvero che meriti un posto in questa nostra panoramica.
Randy Savage
Macho Man arriva alla WWF nel 1985. Il suo personaggio è maschilista e Savage ci tiene a sottolinearlo, trattando senza riguardi la sua valletta e, addirittura, usandola come scudo durante gli incontri. Se avete visto il primo Spider-Man di Sam Raimi sapete già che tentò la carriera d’attore, ma senza alcun successo.
Nel Gennaio 2015 fu inserito nella Hall of Fame, presentato dal rivale di lunga data Hulk Hogan. Purtroppo, Randy è morto per un incidente d’auto causato da un infarto nel 2011 e non ha potuto assistere al commosso ricordo degli ex colleghi.
Hulk Hogan
Ed eccolo. Il simbolo stesso del Wrestling degli anni ’80 e oltre. Terry Bollea, in arte Hulk Hogan, è di origini italiane ed il suo esordio in WWF è datato 1979. Biondissimo e con tanto di quel carisma da far venire giù gli stadi, Hulk Hogan è stato Campione del Mondo per un totale di 14 volte ed è forse il lottatore più popolare di tutti i tempi.
Nel corso degli anni ha tentato anche la carriera d’attore. Lo ricordiamo per la sua partecipazione in Rocky 3, per un cammeo in Gremlins 2, ma anche per Cose dell’altro mondo, commedia del 1991 che lo vede protagonista al fianco di Christopher Lloyd. Famoso poi il suo modo di strapparsi la maglia di dosso all’inizio di ogni match.
In video l’abbiamo visto anche nel 2012, interprete inconsapevole di un sex tape con la ex moglie di un amico: pare che la coppia fosse scambista e che gli abbia chiesto un favore… E Hulk Hogan, cuore grande, non ha potuto dire di no!
Sguardo spiritato, non a caso la sua musica d’ingresso era Eye of the tiger. Suonatore di basso per hobby, nel 2011 in un’intervista dichiarò che sarebbe dovuto essere un membro dei Metallica, «ma la cosa non funzionò»…