Salma Hayek: film e impegno sociale della farfalla d’ossidiana
Salma Hayek
«I keep waiting to meet a man who has more balls than I do».
La farfalla d’ossidiana
Salma Hayek s’è guadagnata la stima e l’affetto di moltissimi fan. Nata messicana ma naturalizzata negli USA, il suo esordio avviene sul piccolo schermo, più precisamente all’interno di una sit-com, The Sinbad Show. Prima d’approdare alla TV a Stelle & Strisce, però, nel suo curriculum vitae possono annoverarsi anche un ruolo da protagonista nella telenovela Teresa e nel film El callejòn de los milagros, entrambe produzioni messicane.
L’esordio a Hollywood
Quando gli americani la scoprono, Salma Hayek ha già parecchia gavetta alle spalle ed è solo questione di tempo perché faccia il balzo verso la vera fama. Il connubio magico arriva tramite la collaborazione artistica con Robert Rodriguez il quale, complice un budget ridotto all’osso, la sceglie come protagonista per Desperados, sequel e capitolo centrale della Trilogia del Mariachi.
Alla corte di Tarantino
La sua interpretazione in questo strano western le vale una candidatura ai Saturn Awards come Miglior Attrice di Supporto e anche Antonio Banderas, che con lei dividerà più di un set, fa la sua porca figura. Lo stesso anno dell’uscita di Desperados sempre Rodriguez le commissiona un cammeo nel film a episodi Four rooms, fortemente caldeggiato dall’amico Quentin Tarantino.
In questa pellicola, caldamente consigliata anche da Nerdface, la parte è piccola ma incisiva e dà modo, ancora una volta, di godere della strana sensualità di Salma Hayek. Sensualità che letteralmente esplode nel film del 1996 Dal tramonto all’alba. Da quel momento in poi l’attrice guadagna lo status di sex symbol. Gli anni successivi, però, sono di diverso tenore.
Il ritorno da Rodriguez
Nel 1997 è al fianco di Matthew Perry, il Chandler di Friends, in Mela e Tequila, tiepidissima commedia romantica di cui possiamo scordarci l’esistenza. Lo stesso anno esce anche Breaking up, love story drammatica della quale è protagonista, insieme a Russell Crowe. Bisogna aspettare ancora un anno per rivederla diretta da Rodriguez, nell’omaggio fatto dal regista alla Fantascienza e all’Horror. Il film è The faculty e in esso troverete alieni e parassiti che prendono il controllo degli esseri umani. C’è anche Elijah Wood e Salma Hayek è l’infermiera che tutti vorremmo avere avuto.
Arriva il cult
Nel 1999, poi, ci scappa il cult: esce infatti Dogma di Kevin Smith e Salma Hayek interpreta la musa Serendipity, costretta nei (pochi) panni di una spogliarellista. Dogma è uno dei must to see per eccellenza e anche a quest’interpretazione l’attrice dovrà parecchio del suo successo futuro. Godendo ormai di una discreta fama non è un caso trovarla anche in pellicole che stonano un po’ coi suoi lavori abituali. È il caso, a mio parere, di Wild Wild West.
Omaggio alla serie omonima, questo steampunk western con Will Smith all’epoca mi sembrò carino e nulla di più. Il personaggio interpretato da Salma Hayek, però, non lo vedevo e non lo vedo ancora oggi azzeccato. Il film merita almeno una visione, soprattutto per l’interpretazione di Kevin Kline, e sicuramente una menzione su queste pagine, ma non rimarrà negli annali.
Frida
Parlando, invece, di roba di qualità non possiamo che iniziare da Frida. Biopic sulla pittrice Frida Khalo, per interpretare la quale la Salma Hayek s’è imbruttita parecchio, fino a far prendere un Oscar ai suoi truccatori, ha prestato anche un altro aspetto del suo essere artista. Infatti, alcuni dei quadri presenti nel film sono stati dipinti dalla stessa attrice. Di carattere mite ma deciso, Rodriguez stesso l’ha rappresentata come la dea azteca Itzpapalotl, la quale nell’iconografia tradizionale è dipinta come un giaguaro con le ali di farfalla, protettrice delle donne morte di parto.
L’impegno sociale
E alla protezione delle donne e contro la violenza di genere Salma Hayek ha effettivamente dedicato molto del suo tempo e delle sue fortune. Così come contro la violenza agli immigrati, altro tema che deve sentire particolarmente suo, e per l’allattamento al seno. Insomma, la Farfalla d’Ossidiana, altro nome della dea azteca, è leggiadra ma capace di tirare fuori gli artigli e l’immagine ben s’accosta all’esile figura di Salma Hayek, che contrasta coi lineamenti affilati del viso.
Bella? Non saprei dirlo, ma di sicuro l’attrice ha carattere da vendere e in ogni sua prova quel temperamento è riuscita a sommarlo alla sua recitazione. Sia che si tratti del terzo capitolo di Spy kids, sia in prove più mature come nel nostrano Il racconto dei racconti, o in produzioni mainstream come Eternals, che l’ha vista approdare nell’MCU, Salma Hayek ha più volte fatto vedere di quale pasta sia fatta e sono certo che lo farà anche in futuro.