«Ho ancora molto lavoro da terminare»

È arrivato al cinema il 25 Ottobre, con Eagle Pictures, Saw X, nuovo capitolo della famosissima saga horror. E così, a distanza di due anni, il Jigsaw di Tobin Bell fa il suo ritorno sul grande schermo, riportato in vita da un trucco ingegnoso: il film è infatti ambientato tra il primo e il secondo capitolo del franchise. La pellicola inizia come un dramma, mentre Kramer affronta la sua diagnosi di cancro terminale.

Una nuova cura

Un giorno, seduto al tavolo di un bar, s’imbatte in Henry Kessler, conosciuto durante un incontro di terapia per malati di tumore. Rimane stupito nell’apprendere che l’uomo è completamente guarito grazie a un’equipe di medici, capaci d’avergli letteralmente salvato la vita grazie a una nuova cura radicale. A capo del team c’è la dottoressa Cecilia Pederson la quale, caso vuole, sta eseguendo un intervento chirurgico in Messico.

Una lezione impossibile da dimenticare

Come già svelato nel trailer, Cecilia e il suo team hanno escogitato un’orribile truffa, col fine di derubare i malati della fortuna che sperano di lasciare ai loro cari, promettendo loro false speranze. Ma Kramer ancora non lo sa e vola fino a Città del Messico e solo una volta terminata la procedura scoprirà d’essere stato ingannato. Così, assistito dalla pupilla Amanda Young, metterà in atto un piano per insegnare ai truffatori una lezione che non riusciranno a dimenticare.

Come ogni film di Saw che si rispetti, c’è sangue, e tanto ma, a differenza dei primi titoli, in Saw X la natura cruda, violenta e splatter che da sempre ha contraddistinto il franchise sembra venir meno, e il film tutto sommato non lascia quella fastidiosa sensazione di disagio che ci aspetteremmo di provare guardando le vittime di Kramer infliggersi torture, nella scelta tra vivere o morire.

Una vendetta troppo rapida

Nemmeno la vista di intestini usati come corde o di improvvisati interventi chirurgici al cervello sono sufficienti per rimandarci ai livelli dei primi capitoli della saga. Inoltre, la velocità con cui la pellicola si snoda non permette allo spettatore d’entrare pienamente nella storia, che si ritrova catapultato, dopo un lungo (a tratti lunghissimo) inizio privo d’azione, nel seminterrato dove, in poche scene, è compiuta in fretta e furia la vendetta di Kramer.

Nella mente del killer

Nota positiva è, invece, la possibilità offerta dalla trama d’approfondire la conoscenza del personaggio interpretato da Tobin Bell, grazie al maggior minutaggio sullo schermo: possiamo così entrare davvero nella sua psiche e comprendere, almeno in parte, le sue motivazioni.

Girato con l’estetica tanto cara al regista Kevin Greutert, che sembra catapultarci in un video musicale di inizi anni 2000, con la sua caratteristica grana sporca, il film cerca di far leva sulla nostalgia dei primi Saw, sperando anche d’attirare nuovi fan che potrebbero appassionarsi a questo mondo, senza la necessità di una vera conoscenza di quanto accaduto prima.

Un finale discutibile

Saw X non presenta particolari problemi, eccetto il fatto d’essere oggettivamente un film con poco a che vedere con le caratteristiche tipiche della saga, al pari degli ultimi episodi. Se, poi, aggiungiamo un finale discutibile, viene da chiederci dove sia finito lo spietato assassino che metteva le persone davanti ai loro errori, chiedendo loro quale fosse il senso d’essere vivi.