«Chi è il vostro artista preferito?»

È arrivata in esclusiva su Prime Video il 17 Marzo Sciame, Swarm nella versione originale, una miniserie firmata da Donald Glover di 7 episodi di mezz’ora ciascuno, dalle atmosfere inquietanti e disorientanti, che si riallacciano al mondo dell’orrore.

La storia

Sciame segue la vita di Dre (Dominique Fishback), una giovane ossessionata dalla popstar Ni’Jah, bella e famosa quanto Beyoncé; il suo livello d’attrazione per la cantante, però, supera i limiti, portando la ragazza a comportarsi in modo strano e pericoloso quando incontra persone che non condividono i suoi stessi gusti musicali.

Una ragione di vita

Dre, infatti, vede in Ni’Jah la sua ragione di vita: gestisce un fan account in suo onore, chiacchiera coi membri del fandom di quanto sia fantastica, guarda video del suo idolo fino a tarda notte ed è disposta a tutto pur d’andare a un suo concerto. Un’attenzione maniacale che rasenta l’ossessione.

Se vi aspettate una semplice serie che tratta di fan, post su Twitter o di Beyoncé, la cui correlazione potrebbe nascere visto che i fan dell’artista sono chiamati BeyHive, «hive» come in alveare da cui l’assonanza con lo sciame del titolo, vi sbagliate di grosso. La premessa serve infatti per attirare l’attenzione e spingersi verso temi più interessanti.

Fame

Alla notizia della morte della sorella di Dre, la giovane reagisce aprendo il frigorifero e afferrando del cibo. La fame è la metafora centrale di tutta la storia: più e più volte ritroveremo dialoghi in cui è chiesto a Dre se ha fame e, ogni volta, a ogni «sì» pronunciato dalla ragazza, un pugno di emozioni la colpirà dritto allo stomaco. Lo stesso incontro tra Dre e Ni’Jah ruota intorno all’idea di fame, tanto che la prima reazione della protagonista davanti al proprio idolo è quella, figurata e quasi letterale, di divorarla.

Tanti (troppi) spunti

Gli spunti gettati sono molto interessanti, ma ognuno di essi va ad arenarsi con grande facilità e la narrazione onirica della serie caratterizzanti i primi episodi svaniscono presto, sostituite da sequenze dai toni sgargianti che attirano sì l’attenzione, ma che non permettono di comprendere il personaggio di Dre e il suo passato a pieno.

Dominique Fishback, che alcuni avranno conosciuto nella serie HBO The deuce, è brava e riesce a costruire un buon personaggio nonostante gli alti e bassi della narrazione. Ci mostra dapprima una Dre più timida, che agisce con cautela, per poi presentarci l’ostinata determinazione che la porterà a diventare un’assassina.

Un guscio vuoto

Nonostante ciò, la grande presenza emotiva non basta e la protagonista rimane comunque un guscio vuoto, un veicolo che sarebbe adatto per un sacco di idee e argomenti potenti, quali l’emancipazione femminile e la scoperta della propria identità, ma restano appena abbozzati, incapaci di dare il giusto impatto drammatico alla storia. Il risultato impedisce a Sciame d’avere quel taglio tra divertimento e orrore e che non ci sarebbe affatto dispiaciuto.