«Ti andrebbe di fare un gioco?»

Nel 1996 Scream ridiede vita allo slasher, facendo emergere i suoi cliché e offrendo agli spettatori una nuova versione di topoi a tutti familiari. Ventisei anni dopo, la quinta puntata del franchise, anch’essa intitolata Scream, prende di mira il moderno mondo dell’horror, criticandone il fandom tossico, i sequel inutili e gli stessi film della saga.

Una pellicola intelligente

Il nuovo Scream, in sala dal 13 Gennaio 2022, è una pellicola a tratti molto intelligente, che si diverte sia a deridere la propria esistenza, sia a cercare di trovare abbastanza colpi di scena per giustificarsi. Il risultato? Un film accattivante, sebbene penalizzato da tutti quei meccanismi necessari, forse un po’ troppi nel numero, a mantenerne vivo il gioco di prestigio.

Tempismo perfetto

Scream si rivolge ai fan del genere che, diciamocelo, non hanno molto altro tra cui scegliere momentaneamente. Una scelta strategica? Forse, però possiamo affermare che non esiste periodo migliore di questo per proporre una pellicola simile.

Scream ci riporta nella tranquilla comunità californiana di Woodsboro dove, ancora una volta, una giovane donna, Tara (Jenna Ortega), è aggredita nella sua casa da un maniaco armato di coltello, che indossa il costume di Ghostface. La ragazza sopravvive a malapena, riuscendo a riportare così in città la sorella maggiore, Sam (Melissa Barrera), andatasene anni prima per ragioni oscure. Quest’ultima, insieme al suo ragazzo Richie (Jack Quaid, proprio quello di The Boys!) e agli stessi amici di Tara, dovrà scoprire l’identità dell’assassino e fare pace col suo misterioso passato.

L’eredità di Wes Craven

Fu il compianto Wes Craven a dirigere le quattro pellicole precedenti, affiancato dai registi di Ready or not Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, qui subentrati nel ruolo. Passaggio di testimone che, partendo da una sceneggiatura di James Vanderbilt e Guy Busick e dando leggermente per scontato che il pubblico abbia familiarità con l’originale, produce un sequel che è una sottile parodia di se stesso, non solo rispiegando le regole base di come sopravvivere in horror, ma anche scherzando sulle strategie che i franchise con tanti anni sulle spalle attuano per rimanere in auge.

Ammiccamenti

Questi continui ammiccamenti allo spettatore, che potrebbero essere considerati noiosi, sono invece intelligentemente incorporati dal taglio giocoso e accattivante del film. E poi, naturalmente, ritroviamo la narrativa ormai brevettata di un gruppo di personaggi riuniti per decifrare chi tra loro sia il vero Ghostface. Scream ci tiene dunque costantemente sulle spine, facendoci chiedere se sia l’esperta locale di horror Mindy (Jasmin Savoy Brown) l’assassino, o forse sia la migliore amica iper protettiva di Tara, Amber (Mikey Madison). E Ghostface, fortunatamente, colpisce abbastanza volte da rendere piuttosto difficile essere veramente sicuri su chi si nasconda dietro la sua maschera.

Meno felice, invece, la reunion di Cox, Arquette e Campbell, gli attori del primo film che riprendono i rispettivi ruoli: sottolinea solo quanto insulsi siano i nuovi personaggi. L’angoscia interiore di Sam non è particolarmente irresistibile ed è sorprendente, dal momento che così tanto horror moderno è una metafora del trauma personale, e i sospetti non sono particolarmente avvincenti. Di conseguenza, il nuovo Scream soffre proprio dello stesso problema di molti sequel, rivisitando i punti di forza del passato, creando un senso di déjà vu non abbastanza avvincente da spaventare quanto l’originale.

Non tutto funziona

I registi si divertono parecchio a far fuori diversi personaggi nel dispiegarsi della trama, ma queste sequenze tendono a essere tutte fuorché ispirate, sebbene un’eccezione degna di nota ci sia e riguardi una subdola sovversione di una configurazione che di solito vediamo prima che colpisca un cattivo. L’intera scena è in realtà un esercizio ingegnoso per un lungo anti climax che si svilupperà poi. Anche il ritorno dell’assassino mascherato manca di shock: ormai ci siamo abituati a Ghostface.

I punti di forza

Quando Scream raggiunge le sue scene finali e l’assassino è rivelato, la narrazione assume più corposità. La rivelazione non è poi così sbalorditiva, né la spiegazione è particolarmente soddisfacente, ma la circostanza non impedisce ai registi d’offrire alcuni commenti molto all’avanguardia parlando, per esempio, di come nel mondo reale le donne possano vivere nella paura quotidiana d’essere aggredite o, ancora, di come le decisioni più creative dei franchise siano spesso dettate da fan rabbiosi e spesso miopi.

Nonostante alcuni limiti, questo Scream ha davvero molto in mente, nonostante le idee e le trovate dei film precedenti fossero probabilmente molto più profonde. Un horror, quindi, ma anche un commento azzeccato su alcune delle mode più ripugnanti nel panorama dell’intrattenimento moderno, borderline incredibile di toni e materiali disparati: un capitolo degno e per una saga indelebile.