Sekiro | From Software tocca l’apice | Recensione
Il voto di Nerdface:
4.5 out of 5.0 stars
PRO
- Grafiche mozzafiato
- Gameplay innovativo
CONTRO
- Non è un gioco per tutti
Serie | Sekiro |
---|---|
Uscita | 22 Marzo 2019 |
Gameplay | Single player |
Anno | 2019 |
Piattaforme | PC PS4 XBOX ONE |
Genere | Avventura Azione |
Sviluppatore | From Software |
Produttore | Activision From Software |
Distributore | Activision |
Il voto di Nerdface:
4.5 out of 5.0 stars
Fin dai tempi del primo annuncio di Sekiro, nel Dicembre 2017, avevamo avuto l’intuizione che in pentola stesse bollendo qualcosa di grosso. Le aspettative per la nuova IP prodotta da From Software sono sempre state altissime e oggi, a circa un mese dalla data di lancio, possiamo dire di non essere stati delusi. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, è necessario tornare indietro nel tempo, perché From Software ha avuto il coraggio di presentare nel 2019 una vera avventura single player, un gioco assemblato in tutti i suoi aspetti, per sfidare il giocatore, oltre che per intrattenerlo, così come accadeva nei grandi titoli di fine anni ’90, prima dell’esplosione del gioco online.
Il gioco più punitivo di tutti
Sekiro, infatti, è in assoluto il gioco più punitivo mai prodotto da From Software: l’opera dei ragazzi capitanati da Hidetaka Miyazaki risulta a tratti di una difficoltà disarmante, ma rappresenta, senza dubbio, l’apice della maturità di una delle software house più promettenti del momento, in grado d’estrarre tutti gli elementi positivi scoperti in trent’anni d’esperienza e sintetizzarli in una nuova proprietà intellettuale, in cui è veramente difficile trovare difetti e nulla è lasciato al caso.
L’impatto grafico
Dal punto di vista grafico, Sekiro fornisce diversi modelli di personaggi ben caratterizzati e scorci di paesaggi in grado di togliere il respiro. Se si pone un po’ d’attenzione, si capisce che l’intero comparto grafico del gioco è stato realizzato con un discreto dettaglio, senza differenziare troppo la caratterizzazione dei personaggi principali da quella dei secondari.
Si nota, inoltre, una tendenza a non voler porre troppi elementi su schermo, al fine di non appesantire troppo il motore grafico. Questa propensione a non strafare permette al gioco di sfoggiare una grafica mozzafiato, senza influire negativamente sul gameplay e sul framerate, offrendo in tal modo un’esperienza di gioco immersiva, fluida e priva di rallentamenti.
La mano del Maestro
Il maestro Miyazaki, già game director della serie Dark souls, a eccezione del secondo capitolo, guida magistralmente i suoi sviluppatori nella costruzione di un prodotto destinato ad alzare l’asticella delle avventure dinamiche, inserendo elementi già visti in altri titoli della stessa casa e orchestrandoli alla perfezione, col fine d’ottenere un gameplay costituito da pochi e semplici elementi, la cui combinazione offre una delle esperienze di gioco più longeve e appaganti tra quelle viste negli ultimi vent’anni. Pur essendo costituito esclusivamente dalla modalità single player, Sekiro sarà in grado di farci tenere il gamepad in mano per 45 o 50 ore di gioco, prima di una nuova run.
Trama
Sekiro si colloca nel periodo del Giappone feudale, al centro di un’epoca che vede il paese del Sol Levante suddiviso in piccoli clan, perennemente in guerra fra loro. Gli eventi narrati prendono forma nel periodo comunemente noto come Era Sengoku (1467-1603). Durante il gioco, vestiremo i panni del samurai chiamato il Lupo, intento a proteggere il suo padrone, un esile ragazzino noto come l’erede divino, dalle ostili minacce del clan Ashina, capitanato dal potente generale Genichiro.
Il Lupo e il Gufo
Egli è disposto a tutto pur d’evitare la disfatta politica del proprio clan e per questa ragione manifesta l’intenzione di rapire il ragazzo, ultimo discendente del clan rivale e che sembra celare nel proprio sangue il segreto per sconfiggere la morte. Trovato inerme su un campo di battaglia da bambino, il giovane Lupo è salvato e introdotto alla via dello shinobi da un vecchio duro e sprezzante, chiamato il Gufo.
Un terribile combattimento
Al termine dell’addestramento, conferisce al samurai il compito di proteggere l’erede divino, a costo della vita. Il Lupo accetta la missione, ma non riesce a portarla a termine: dopo un sanguinoso scontro, che lo vede opposto per la prima volta al generale Genichiro, lo shinobi è ferito mortalmente e perde il braccio sinistro, mozzato da un colpo di spada. Genichiro rapisce il ragazzo e abbandona il campo di battaglia, credendo morto il suo avversario.
Sarà nostro compito aiutare lo shinobi a salvare l’erede divino e vendicare il torto subito. In Sekiro, From Software adotta uno stile narrativo più convenzionale, in cui una trama avvincente e ricca di colpi di scena è narrata facendo uso di filmati d’intermezzo nel corso del gioco. Nonostante la presenza delle cut scene, possiamo rassicurare i fan della saga di Dark souls affermando che gli sviluppatori hanno scelto di non abbandonare completamente il loro tipico stile di narrazione ermetico, nel quale la storia è narrata dai personaggi secondari.
L’intreccio narrativo
Sarà dunque necessario esplorare a fondo le terre Ashina, per poter comprendere a pieno un intreccio narrativo ben documentato e pieno di rimandi storici, nel quale trovano spazio temi forti e difficili da spiegare, quali religione, morte e rinascita.
Gameplay
Il gameplay di Sekiro è senza ombra di dubbio il comparto che contribuisce con maggior forza a far brillare questo splendido titolo: è sorprendente prendere atto di come gli sviluppatori siano riusciti, combinando elementi ludici presi dai loro titoli precedenti, a creare un combat system talmente sfaccettato e pieno di sfumature, da risultare unico nel suo genere.
La Postura
A giocare un ruolo chiave negli scontri con gli avversari sarà il concetto di Postura: per poter avere la meglio sul nemico, sarà necessario alternare attacco e difesa, incalzando l’avversario con serie di colpi, nel tentativo d’aumentare il suo indicatore di Postura. Una volta che l’indicatore di Postura sarà pieno, il nemico risulterà sbilanciato e sarà possibile eseguire su di lui un colpo mortale, in grado (nella maggior parte dei casi) di porre fine allo scontro. La gestione dell’indicatore di Postura è solo una tra le colonne portanti del sistema di gioco di Sekiro: infatti, per rendere il Lupo un samurai degno di tale nome, bisognerà prendere il tempo necessario per far pratica e imparare a padroneggiare salti, schivate e contromosse.
Studiare il nemico
Così come già visto nella saga di Dark souls, sarà necessario studiare i moveset dei nemici, per poter capire come vincere gli scontri. Sebbene la presenza degli indicatori di Postura spinga il giocatore a cimentarsi in duelli dal ritmo particolarmente frenetico, lo scontro diretto non è l’unica scelta possibile e sarà necessario scegliere con attenzione se preferire un approccio furtivo, trafiggendo i nemici dall’alto o sgattaiolando alle loro spalle.
La componente stealth di Sekiro permette al giocatore d’avere sempre una via alternativa al confronto diretto contro i nemici, rendendo l’esperienza di gioco molto variegata e diminuendo la ripetitività delle situazioni. La furtività e l’utilizzo del rampino sono elementi ereditati dalla serie Tenchu, un’altra avventura dinamica a cui From Software e Activision hanno collaborato, a partire dal terzo capitolo, uscito in Italia nel 2003. La corda uncinata fornirà al Lupo la capacità di muoversi velocemente nei vastissimi scenari del gioco e, in alcune occasioni, si rivelerà uno strumento utile a far schivare al protagonista i colpi dei nemici.
Un livello di sfida spaventoso
Il livello di sfida proposto da Sekiro è spaventosamente alto, nonostante From Software sia nota per produrre giochi difficili, questo è senza dubbio il titolo più punitivo mai prodotto dalla software house giapponese. In Sekiro si muore, si muore tante volte, tanto che la morte ha un ruolo chiave nel gioco: se verremo uccisi sul campo di battaglia, ci sarà data la possibilità di resuscitare e riprendere la storia esattamente dal punto in cui il nemico ci aveva costretti a interromperla.
Attenti a morire
Sebbene la resurrezione possa sembrare un espediente utile, dovremmo stare attenti a non abusarne: la morte in Sekiro si paga cara e ogni volta che moriremo, dovremo pagare con metà dei nostri soldi e metà dei nostri punti esperienza. Esiste la probabilità (l’Aiuto Divino) di non incappare in questa penalità e d’evitare una multa così salata, tuttavia quanto più utilizzeremo la resurrezione, tanto più sarà bassa la possibilità di ricevere un Aiuto Divino. L’utilizzo della resurrezione, inoltre, diffonde nel mondo di Sekiro una malattia, il Mal del Drago, la quale, se non sconfitta in tempo mediante l’utilizzo di alcuni rari oggetti disseminati per il mondo di gioco, ci priverà della possibilità di seguire alcune delle storie narrate dagli NPC e impedirà di vedere tutti i finali del gioco.
Il duello contro i boss è il momento in cui Sekiro spinge il giocatore a dare il meglio di sé. Alcuni avversari saranno in grado di tenervi bloccati per ore nello stesso punto, prima di riuscire ad avanzare. Al contrario di quanto accadeva nella serie di Dark souls, non esiste alcun modo per innalzare il proprio livello e rendere più facile il singolo scontro; non esiste alcun escamotage per diminuire la difficoltà del gioco.
Una spinta a migliorarsi
Le varie abilità sbloccabili e le armi secondarie incastonate nella protesi che il samurai sfoggia al posto del braccio sinistro potranno servirvi per attuare strategie di battaglia differenti, ma in nessun caso potranno essere la soluzione definitiva in un duello contro gli avversari più forti. Nonostante l’incredibile difficoltà, From Software è riuscita a creare un prodotto che non risulta mai sbilanciato, sebbene non esista una via semplice per arrivare alla fine. Sekiro non frustra mai in maniera davvero eccessiva il giocatore: se si muore, è perché è stato fatto qualcosa di sbagliato ed è necessario migliorasi.
Feeling
Tra shuriken in fiamme e tecniche ninja e colpi di spada, From Software è riuscita a creare qualcosa di unico: la casa giapponese è riuscita a migliorarsi, rispondendo a colpi di katana a tutte le critiche mosse ai suoi precedenti titoli. Sekiro non è solo un ottimo videogioco, è un’opera destinata a essere un punto di riferimento per i titoli futuri. Eccelle in tutti i comparti, pur dimostrando che non è necessario porsi obiettivi irrealizzabili al fine d’ottenere un simile risultato.
Un gioco non per tutti
Gli sviluppatori guidati da Miyazaki dimostrano una maturità e un coraggio mai visti prima: Sekiro non è un gioco per tutti, è difficile e non teme di lasciare indietro chi non ha voglia di migliorarsi; al contempo, però, è un divertente e bilanciato, in cui il merito della vittoria o l’onta della sconfitta sono esclusivamente determinati dal livello di bravura del giocatore.
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PRO
- Grafiche mozzafiato
- Gameplay innovativo
CONTRO
- Non è un gioco per tutti
Serie | Sekiro |
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Uscita | 22 Marzo 2019 |
Gameplay | Single player |
Anno | 2019 |
Piattaforme | PC PS4 XBOX ONE |
Genere | Avventura Azione |
Sviluppatore | From Software |
Produttore | Activision From Software |
Distributore | Activision |