«Facciamolo!»

Dopo quasi quindici anni da I kill giants, Joe Kelly e Ken Nimura tornano in fumetteria e in libreria grazie a BAO Publishing con Sergente immortale, una storia che, seppur molto lontana dalle ambientazioni e dai personaggi coi quali molti lettori hanno conosciuto i due autori, saprà certamente coinvolgere e commuovere allo stesso modo.

Una storia autobiografica

Per entrare al meglio nel viaggio di un padre e di un figlio lontanissimi l’uno dall’altro, è però necessario sapere che Sergente immortale è fortemente ispirato alle vicende familiari di Joe Kelly il quale, in una lunga postfazione al volume, che raccomandiamo di leggere, ne racconta i retroscena.

Jim Sargent

Il detective Jim Sargent è un poliziotto di una volta, un po’ John McClane, un po’ Walt Kowalski di Gran Torino. È votato al lavoro, ossessionato da un caso irrisolto, quello di una vita, ma sta per andare in pensione; è un razzista, un omofobo, un alcolista ed è separato dalla moglie da diversi anni.

Per festeggiarlo, ma senza alcuna voglia, sta arrivando invece il figlio Michael, game designer progressista e fragile, esponente della woke culture e uomo segnato da un’infanzia all’ombra di questo genitore insostenibile.

Un’ultima missione

Gli ingredienti per una miscela esplosiva sono tutti, evidentemente, ben preparati. E infatti Sergente immortale detona velocemente non solo in uno scontro generazionale, ma in una rappresentazione di due società contrapposte e incapaci di comunicare.

On the road

Inizialmente contro la sua volontà, Michael si troverà coinvolto nell’ultima grande missione del padre, che sarà anche l’occasione per un confronto sempre rimandato, per conoscersi e, forse, comprendersi davvero per la prima volta, prima che sia troppo tardi.

Sergente immortale è avvincente e toccante, oltre a essere per certi versi un’opera coraggiosa, specialmente se rapportata al dibattito culturale statunitense e alla rinnovata sensibilità rivolta al tema sempre attuale della violenza delle forze dell’ordine.

Padre e figlio

Joe Kelly e Ken Nimura costruiscono una storia capace di raccontare temi universali, seppur si snodi per le strade americane e tra i suoi sobborghi. Senza ipocrisia, Sergente immortale alterna con durezza e tenerezza i tentativi goffi di uomo spezzato da un dolore troppo grande da sopportare d’allacciare un rapporto con un figlio dal lato giusto della storia, ma non dei sentimenti.