Nel lontano 1982, la software house Thinking Rabbit pubblica Sokoban, un videogioco rompicapo nel quale l’obiettivo era spingere delle casse per posizionarle su una particolare casella dell’ambiente di gioco per uscire da un labirinto. Altri tempi, che però hanno fortemente influenzato Afil Games nella realizzazione di Sokolab, che prende dal nonno le impostazioni di base per adattarle al presente.

Dal 2D al 3D

Niente più visione dall’alto in grafica 2D, per esempio, adesso Sokolab opta per un 3D isometrico e il personaggio principale diventa un robottino kawaii, di certo più accattivante. Le meccaniche del gioco originale rimangono le stesse, però, e anzi sono dotate di una discreta varietà di situazioni. Il risultato? Andiamo a scoprirlo.

Trama

La trama in Sokolab è l’elemento sicuramente più trascurabile. Il gioco è un rompicapo e poco ci serve sapere il perché dobbiamo spostare i blocchi e risolvere i livelli. Non è uno svantaggio, però: alla fine a importare davvero è solo la risoluzione del rompicapo. Chiedereste una trama per Campo minato? Ecco, noi neppure.

Gameplay

Discorso diverso, ovviamente, vale per il gameplay, il vero cuore di tutti i rompicapo in commercio. Sokolab non fa differenza. Scopo del gioco è spostare alcuni blocchi sopra alcune caselle predefinite, all’interno dei vari livelli composti da scacchiere, a loro volta costruite da caselle quadrate. Si può solo spingere e non tirare, quindi sta a noi cercare di non incastrare i blocchi da posizionare in punti nel quali non potremo più muoverli.

Dopo un primo tutorial, saremo gettati nel mezzo di rompicapo sempre più complicati e presto ci ritroveremo a dover ponderare bene ogni singola mossa per poter risolvere la situazione. Non solo: avanzando di livello in livello, si aggiungeranno sempre nuovi elementi e meccaniche, tra ascensori, interruttori o teletrasporti.

Nessuna monotonia…

Queste complicazioni sono l’anima vera di Sokolab, in grado di farlo sfuggire dal rischio di tutti i giochi di questo genere, ovvero la monotonia. Ogni volta che è introdotta una nuova meccanica, ci troviamo a dover elaborare strategie inedite; la sfida, così, diventa costante, fino agli ultimi livelli.

… e nessuno sconto

Il level desing, a proposito, è ben studiato e sicuramente si rivela funzionale al gioco. La difficoltà, invece, è in crescita esponenziale e se i primi livelli si possono giocare a occhi chiusi, presto vi troverete a dover prestare tutta la vostra attenzione alle vostre azioni. Non ci sono sconti: un errore e vi ritroverete bloccati con la sola alternativa di riavviare il livello. Anche questo non è certo un difetto.

Feeling

Sokolab è un gioco dal concept semplice, dallo sviluppo modesto e sicuramente dalle finalità moderate. Eppure, è dobbiamo lodare la qualità dello sviluppo. È un rompicapo estremamente efficace, capace d’offrire il senso della sfida, rifinito pure nell’estetica.

Cervelli fumanti

Non è un Tripla A e non vuole esserlo, desidera solo metterci alla prova e farci passare alcune ore a spremerci il cervello, fino a farlo fumare. La soddisfazione dopo aver risolto un livello è appagante, ma la frustrazione è dietro l’angolo. E lo ripetiamo: non è affatto un difetto.

Sokolab paga, forse, proprio la sua natura di nicchia e la sua impostazione molto semplice. A prima vista potreste snobbarlo, ma sarebbe un grande errore. Tuttavia, anche il mondo dei rompicapo s’è evoluto e vorremmo vedere il talento di Afil Games alle prese con prodotti più elaborati, perché le premesse ci sono tutte.