«Try to please yourself»

In occasione dei cento anni dalla nascita di Stan Lee, è arrivato su Disney+ il docufilm sulla vita del padre di molti dei supereroi più amati della storia. Stan Lee, diretto dal regista David Gelb, più conosciuto per i suoi documentari a tema culinario, è per la maggior parte del tempo narrato dallo stesso ideatore dei tanti eroi di casa Marvel, grazie all’utilizzo di interviste rilasciate negli anni dall’ex Presidente della Marvel Comics e di filmati provenienti dagli archivi personali della famiglia Lee, oltre che da alcune istantanee disegnate.

Gli inizi da garzone

Nato il 28 Dicembre 1922 a New York da genitori immigrati, Stanley Martin Lieber vive sulla sua pelle gli effetti della crisi economica americana degli anni ’20 e la mancanza di stabilità lavorativa del padre lo porterà a cercare ancora giovane un lavoro. Inizia nel 1939 la sua carriera nel mondo del fumetto quand’è assunto, con l’aiuto dello zio, alla Timely Comics, anche se solamente come garzone.

L’incontro con Jack Kirby

Qui conosce Jack Kirby, col quale molti anni più tardi ideerà personaggi come i Fantastici Quattro, Thor, Hulk, Iron Man e gli X-Men. Il suo primo lavoro fu pubblicato come riempitivo su un numero di Captain America, nel 1941. Sarà presto promosso a sceneggiatore a soli 17 anni.

Solo verso la fine degli anni ’50, quando la DC Comics creò il gruppo di supereroi Justice League of America, Martin Goodman, editore della Timely Comics, assegna a Stan Lee il compito di creare un nuovo gruppo di supereroi. Spinto dalla moglie Joan Lee, conosciuta nel 1947, a scrivere storie che lo appassionassero, collaborò con Jack Kirby per ideare i Fantastici Quattro, il cui successo porterà alla nascita di alcuni dei più iconici supereroi della storia del fumetto.

L’amichevole Spider-Man di quartiere

Alla ricerca di una nuova storia da raccontare, Stan Lee crea Spider-Man, il primo teenager nei panni di un supereroe, nel tentativo di cambiare l’idea che la vecchia generazione aveva dei giovani del tempo. L’idea fu però rifiutata da Martin Goodman, che non riteneva possibile che un un ragazzo come Peter Parker potesse diventare un eroe. Nonostante il rifiuto, Stan Lee decise di pubblicare ugualmente la storia del suo nuovo supereroe sull’ultimo numero di Amazing Fantasy, serie antologica di fumetti a tema horror e fantascientifico.

Un successo inimmaginabile

È il 1962: la storia riscuote talmente tanto successo, da portare alla pubblicazione di The Amazing Spider-Man, scritta da Stan Lee e disegnata da Steve Ditko, con cui il padre della Marvel avrà successivamente diversi problemi legati alla paternità del personaggio.

Stan Lee non si limita a trattare l’innegabile successo del lavoro di Stan Lee, però. A risultare più interessante, infatti, sono proprio le difficoltà affrontate dalla Marvel Comics all’inizio della sua Golden Age.

Censura e Comics Code

Si parla di censura, degli scontri con la CCA (Comics Code Authority), agenzia che controllava i contenuti del fumetto americano, e la scelta d’ignorare i divieti imposti dalla Comics Code. La Marvel Comics fu infatti la prima a pubblicare ben tre volumi di Amazing Spider-Man senza il bollino che garantiva il consenso della CCA, nel 1971.

Due addii dolorosi

I conflitti di Stan Lee, però, non finiscono qui: dopo solo quattro anni dalla creazione dell’Uomo Ragno, il disegnatore Steve Ditko lascia la Marvel, per poi essere seguito nel 1970 da Jack Kirby. Stan Lee perde così i suoi due collaboratori più importanti.

Dopo anni di lotta, dallo stesso Stan Lee definita una «crociata religiosa» per portare alla luce l’arte del fumetto, la compagnia fu venduta. Il compratore, il miliardario Ronald Perelman, offrì a Stan Lee un contratto di soli due anni, portandolo a lasciare la compagnia. Si pentirà per tutta la vita di non aver rivendicato i diritti dei personaggi da lui creati.

Il rischio del fallimento

La Marvel Comics sfiorò il fallimento nel 1996, dopo aver cancellato un gran numero delle sue testate. Solo nel nuovo secolo, con l’acquisizione da parte della Disney prima della Marvel Comics e poi della Marvel Entertainment, riuscirà a tornare sotto le luci della ribalta. Quest’ultima fase trattata dal docufilm è, forse, quella che risulta più toccante e che fa sentire ancora di più la mancanza dell’uomo che creò un nuovo tipo di eroe.

Eroi umani

Un eroe umano: questo è il merito di Stan Lee, padre di personaggi che commettono errori, imperfetti, che ci fanno appassionare e vivere le loro storie da vicino. Personaggi che ci danno speranza, al pari della vita del suo creatore.