Stanley Tucci: un grande non solo al servizio del cinema
Stanley Tucci
«A dream that you don’t fight for can haunt you for the rest of your life».
MorTucci!
Si potrebbe pensare che Stanley Tucci sia un attore di contorno, un caratterista adatto solo per alcuni ruoli, per lo più leggeri, se per esempio avete visto alcune delle commedie in cui ha recitato. Sarebbe un grosso errore. Stanley Tucci, infatti, è presente sul grande schermo dal 1985, con L’onore dei Prizzi, per poi figurare nel flop interpretato da Madonna, Who’s that girl (1987).
Ruoli duri già da subito
Scorrendo la sua filmografia imponente, però, non mancano ruoli duri e crudi e film di grande qualità. Già nel 1988, per esempio, è in Monkey shines: esperimento nel terrore, pellicola scordata dai palinsesti con protagonista un giovanissimo Jason Beghe, paraplegico per esigenze di copione, e la scimmia regalatagli per assisterlo. La regia è firmata da George A. Romero e potete ben immaginare quali siano i presupposti della pellicola, che vi consigliamo di recuperare.
Com’è normale, i primi anni al cinema di Stanley Tucci vedono l’attore in ruoli secondari, come in Scappiamo col malloppo (1990), accanto a Bill Murray, Uomini d’onore (1990), Beethoven (1992), Occhio indiscreto (1992), fino al celebre Il Rapporto Pelican (1993), accanto a Denzel Washington e Julia Roberts.
Grande e piccolo schermo
In più, parallela alla carriera sul grande schermo, Stanley Tucci percorre con discreto successo anche una carriera sul piccolo schermo, partecipando a serie blasonate come Kojak o Miami Vice, fino ad arrivare in tempi più recenti, con apparizioni in E.R.: medici in prima linea, Detective Monk e all’antologica Feud. Tornando al cinema, Stanley Tucci inizia a figurare in film sempre più importanti.
Le prime opere di grande successo
Lavora con Woody Allen nell’imperdibile Harry a pezzi (1997), con Danny Boyle in Una vita esagerata (1997), o con Steven Spielberg in The terminal (2004), insieme a Tom Hanks; con lui aveva recitato anche in Era mio padre (2002), che ricordiamo per l’ultima apparizione cinematografica di Paul Newman. Altri film da recuperare, infine, sono certamente Slevin: patto criminale e Il Diavolo veste Prada, entrambi del 2006.
Occorre attendere il 2010, però, per ammirare Stanley Tucci nel ruolo che metterà in mostra le sue doti a chiunque: il film è tratto da un romanzo omonimo e vede l’attore nei panni dell’antagonista principale. Amabili resti è una storia dura come possono esserle quelle che hanno a che fare con la pedofilia. L’attore è chiamato dal regista Peter Jackson a interpretare un pedofilo: capisce l’importanza della parte, ma è titubante.
Una prova difficile
Accetta d’entrare nel cast, ma a condizione d’essere pesantemente truccato, sebbene non irriconoscibile. Biondo, con gli occhi azzurri, coi baffi e diverse imbottiture per farlo apparire più corpulento, Stanley Tucci è libero dal pensiero che il suo volto sarà associato al pedofilo interpretato e libera completamente le sue capacità, tanto bene da guadagnare una candidatura agli Oscar come Migliore Attore Non Protagonista.
L’ingresso nell’MCU
Per un Oscar sfiorato, Stanley Tucci può comunque consolarsi coi 2 Golden Globe ottenuti con Winchell (1998) e Conspiracy: soluzione finale (2001), a riprova della sua bravura cristallina. Non a caso, l’attore entra in diversi universi narrativi propriamente nerd. Inaugura le danze Captain America: il primo Vendicatore (2011), che segna l’ingresso di Stanley Tucci nell’MCU, nei panni dello scienziato Abraham Erskine, responsabile di trasformare Steve Rogers nel Cap.
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Nel 2012, poi, è Caesar Flickerman, conduttore televisivo degli Hunger Games, falso e plastificato come un qualunque conduttore della fascia pomeridiana di Mediaset mentre narra le imprese di Katniss Everdeen, affidata alle cure di Jennifer Lawrence. Non sempre, come spesso succede, l’approdo a un cinema mainstream si sposa a film da ricordare: se La regola del silenzio (2012), diretto da Robert Redford, o Gambit (2012), accanto a Colin Firth, sono pellicole da vedere, lo stesso non si può dire per Il cacciatore di giganti (2013) o Transformers 4: l’era dell’estinzione.
Poco male, perché dopo Le regole del caos (2014), diretto dal compianto Alan Rickman, arriva uno di quei film irrinunciabili, da vedere e rivedere. Stanley Tucci è, infatti, nel cast de Il Caso Spotlight (2015), vincitore di 2 Oscar, con grande merito.
Il Caso Spotlight
La pellicola narra con precisione e rigore, ma senza lesinare in tensione e trasporto, la vicenda che vide un manipolo di giornalisti del Boston Globe smascherare le collusioni ai più alti livelli della Diocesi di Boston, colpevoli d’aver coperto e insabbiato i numerosi reati di pedofilia commessi dai sacerdoti. Un vero sistema che arrivava fino all’Arcivescovo Law: se il prelato sarà punito col trasferimento a Roma, presso Santa Maria Maggiore (sic!), ai giornalisti l’inchiesta varrà invece il premio Pulitzer. Stanley Tucci, curiosamente e quasi a voler equilibrare il suo ruolo in Amabili resti, interpreta un ostinato avvocato specializzato nella difesa delle vittime di abusi sessuali.
Stanley Tucci è ormai una presenza costante, al cinema e non solo. A voler dimostrare ulteriormente quanto il suo volto e le sue abilità siano patrimonio comune, nel 2017 l’attore entra anche nell’universo narrativo Disney, nel live action de La Bella e La Bestia, nel ruolo di Maestro Cadenza e accanto a Emma Watson.
Il doppiaggio
Stanley Tucci vanta anche esperienza alla regia e al doppiaggio: ha prestato la voce a personaggi di serie come BoJack Horseman o di lungometraggi come Si alza il vento, dello Studio Ghibli. Infine, dobbiamo anche ricordare Big night, del quale ha scritto la sceneggiatura e che ha diretto, ricevendo un consenso pressoché unanime. Insomma, se qualcuno pensava a Stanley Tucci quale attore di contorno, ora ha tutti gli elementi per cambiare idea, o almeno per ritenerlo un contorno piuttosto gustoso. Lo abbiamo aspettato in The King’s Man: le origini e da poco lo possiamo nuovamente ammirare nella serie Netflix Inside man.