Romanzo

Aldo Lado, con una ventina di film scritti e diretti per il grande schermo e quasi settanta telefilm realizzati per la Rai, da alcuni anni si dedica unicamente alla professione di scrittore, e ha pubblicato recentemente I film che non vedrete mai (2016), Un pollo da spennare (2018), L’hotel delle cose (2019), Il Rider (2020) e, con lo pseudonimo di George B. Lewis, il thriller Il Mastino (2018), Premio della Critica al Festival Internazionale di Letteratura di Cattolica nel 2019.

Miriam

Il suo ultimo lavoro, Storie di donne: Miriam, ci trasporta nella Gerusalemme del 70 d.C. e racconta la triste vicenda di Miriam, che nasce libera per poi diventare schiava e che riesce ad affrancarsi grazie al suo coraggio e alla sua cultura. Dopo tre anni di guerra civile combattuta all’interno della Città Santa, gli abitanti sono infatti esausti, i commerci languono e le bande dei ribelli rubano e uccidono chiunque si opponga alla loro volontà. Miriam ha 9 anni e vive col padre, un rabbino del Tempio, e con suo fratello tredicenne Meir; la loro esistenza è stravolta quando arriva l’esercito romano di Tito, che mette sotto assedio Gerusalemme.

Una fuga disperata

Tito chiede quindi di consegnare pacificamente la città, per evitare sofferenze e distruzioni. I ribelli, però, sono d’altro avviso e iniziano quindi diversi duri scontri con i legionari. La famiglia di Miriam cerca di resistere, ma ben presto è costretta a fuggire per non morire di fame o per non perire nella violenza che ormai imperversa in città. Il padre conduce Miriam e suo fratello in una stanza segreta del Tempio, dove offre alla bambina un importante insegnamento: «Qui è conservato tutto quanto hanno scritto i nostri avi. C’è la storia del nostro popolo, le discendenze dei Re d’Israele, le predizioni sull’avvento del Messia. È la nostra memoria, figliola, la cosa più preziosa che un popolo possieda. Tutto si può ricostruire, ma non questi manoscritti, e prego il Signore di preservarli dalla rovina di Gerusalemme».

Un seme

Questo seme si radica nella mente di Miriam e germoglia negli anni, facendola vivere nella consapevolezza che la cultura rende liberi e che nel sapere risiede il tesoro più prezioso dell’essere umano. Quando il padre è ucciso da un soldato romano e il fratello è costretto a fuggire, la ragazza è catturata da un Generale e ridotta in schiavitù. Donata prima a Tito, il figlio dell’Imperatore Vespasiano, e poi a un ricco imprenditore, Miriam è strappata dalla sua terra e condotta prima a Roma e poi a Pompei; nonostante la sua condizione di schiavitù, studia e impara le lingue e la sua curiosità la spinge sempre oltre, fino a diventare una giovane colta ed emancipata.

Una storia affascinante

Storie di donne: Miriam è un romanzo affascinante, scritto con eleganza e cura per i dettagli. Un libro in cui l’autore, con le sue parole, ci accompagna nelle sale del potere dove si conducono pericolosi giochi politici, mostrandoci la grandezza dell’Impero romano ma anche la povertà in cui versa il popolo giudaico; trasportandoci infine nelle vivaci strade di Pompei, che comincia a essere scossa dai terremoti che hanno preceduto la tragica eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che avrebbe spento per sempre la sua anima vibrante e cosmopolita.

Una donna forte

All’interno di queste suggestive cornici si staglia la figura della protagonista, vittima dell’avidità e della brama di potere che mette gli uomini gli uni contro gli altri. La giovane osserva il suo mondo andare in pezzi, ma non si perde d’animo anche quando soffre la fame, conosce la violenza più brutale ed è travolta dalla furia del vulcano. Miriam è una sopravvissuta e una ribelle, che riesce a elevarsi dalle umane miserie e riconquistare la sua libertà grazie alla dedizione allo studio e alla sua inesauribile curiosità intellettuale.

Un romanzo attuale

La sua vicenda evidenzia come, nel passato, anche una donna poteva elevarsi dal punto di vista elettivo e intellettuale, ovviamente con qualche difficoltà. Un romanzo dunque forte e moderno, che ci induce a riflettere sulla necessità di non smettere mai di sognare e, soprattutto, di lottare per raggiungere i nostri scopi e riconquistare quanto abbiamo perso, anche nostro malgrado.