«Quando il sistema è squilibrato, io lo correggo»

L’11 Gennaio 2024 è uscito nelle sale italiane The beekeeper, nuovo action del regista David Ayer. Qui il protagonista, interpretato da Jason Statham, è un apicoltore sia nella vita reale che sotto copertura il quale, dopo aver abbandonato tutto ed essersi ritirato a vita privata, si ritroverà a «dover salvare l’alveare da un’invasione di vespe».

Due amici

Ma andiamo con ordine. Adam Clay, così si chiama il protagonista, vive in una fattoria del Massachussetts grazie a Eloise Parker, donna in pensione che gli permette di vivere nel capannone a fianco della sua proprietà e di prendersi cura delle api, allevandole. Clay non ha mai avuto nessuno ed Eloise è la sua unica famiglia, la sola persona a essersi realmente interessata a lui e di cui ha avuto cura.

Una tragica truffa

Un giorno, la donna cade vittima di una truffa online: seguendo le indicazioni di un bug apparso sullo schermo del suo PC, finisce in contatto con alcuni criminali informatici che, fingendo d’essere lì per aiutarla, finiscono per svuotarle tutti i conti bancari, tra cui uno importantissimo collegato all’ente di beneficenza di cui Eloise fa parte. La donna decide così di togliersi la vita: sarà proprio Adam a trovarla senza vita, nel salotto.

Sarà l’agente dell’FBI Verona, proprio la figlia d’Eloise, a occuparsi del caso: si renderà presto conto della difficoltà nel rintracciare i criminali e di come Clay abbia un passato oscuro, di cui nessuno era al corrente. Molti anni prima, infatti, l’uomo faceva parte di un’organizzazione segreta, i Beekeepers, veri e propri assassini addestrati sotto il controllo della CIA.

Un inseguimento senza fine

La morte della persona a lui più cara scatenerà nell’apicoltore il desiderio di vendetta. La sua prossima vittima? La United Data Group e il suo capo, Derek Danforth, a capo di un impero costruito truffando i più deboli. Si crea, così, un vero e proprio inseguimento: Clay è in cerca di Danforth, ma ha l’FBI alle calcagna. Non solo: anche un altro personaggio di nome Wallace, interpretato da Jeremy Irons, consulente di Derek ed ex Direttore della CIA ormai in pensione, ha ben capito quale sia il piano del beekeeper.

Cosa non funziona

The beekeeper avrebbe tutti gli elementi per essere un film d’azione di tutto rispetto ma, nonostante la sua durata non eccessiva di 90 minuti o poco più, risulta parecchio ridondante. Colpa in primis dei dialoghi lunghi, troppo costruiti e incapaci di dare fluidità alla narrazione, rendendola cornice di un’azione al centro della scena. Inoltre, i continui rimandi alle api e al loro mondo, sebbene siano una metafora esplicativa della storia, sembrano qui inseriti inutilmente.

David Ayer, inoltre, decide di dare anche un taglio splatter al suo film,  con arti mozzati, sangue schizzato ovunque e altri dettagli: non possiamo fare a meno che domandarci se sia stata una scelta necessaria o un tentativo mal riuscito di rendere la storia più intrigante. In linea di massima, se si confronta The beekeeper ad altri lavori dello stesso regista, appare una parodia un action serio e le uccisioni sono talmente esagerate da essere divertenti.

Jason è sempre Jason

Jason Statham è invece un buon protagonista: l’attore ha sicuramente il volto adatto per ruoli di questo tipo e ben si muove nelle scene, soprattutto in quelle di combattimento, dai ritmi molto serrati e dai passi molto particolari. Purtroppo, però, è inserito in uno sfondo che non lo aiuta, anche perché il suo Clay rimane uno sconosciuto agli occhi del pubblico, privo com’è di qualsiasi indizio sul suo background, su chi sia e su cosa lo abbia plasmato negli anni.

In conclusione

Se visto con leggerezza e senza troppe pretese, The beekeeper è un film godibile anche nel suo finale inevitabilmente scontato, come tutta la storia: non sappiamo quali fossero le intenzioni di David Ayer, ma questa volta, come già accaduto in questi ultimi anni, il suo film risulta macchiettistico e non innalza il genere.