The Dark Pictures Anthology: House of Ashes | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
PRO
- Un gioco diverso dalla media
- Una bella narrazione
- Il migliore capitolo della saga
CONTRO
- Level design banale
- Troppi jump scare
- Un gioco non per tutti
Serie | The Dark Pictures Anthology |
---|---|
Uscita | 22 Ottobre 2021 |
Gameplay | Single player |
Anno | 2021 |
Piattaforma | PS4, PS5 XBOX ONE, XBOX Series X|S PC |
Genere | Avventura grafica Horror |
Sviluppatore | Supermassive Games |
Produttore | Bandai Namco Entertainment |
Distributore | Bandai Namco Entertainment |
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
Meno di un anno dopo l’uscita del secondo capitolo, i ragazzi di Supermassive Games tornano alla carica, raccontando una nuova storia dell’orrore che rappresenta il punto più alto raggiunto dalla saga. Dopo aver giocato alla versione XBOX One X del terzo capitolo dell’antologia The Dark Pictures Anthology, siamo pronti a darvi la nostra opinione su House of Ashes, disponibile dal 22 Ottobre 2021 sugli scaffali dei negozi e negli store digitali, a circa 30 euro.
Trama
Così come già accaduto nei titoli precedenti, la trama di House of Ashes si rivela completamente indipendente dagli altri episodi. Questa volta, il compito del giocatore sarà di vigilare sulla vita o sulla morte di cinque personaggi, inviati in Iraq alla ricerca delle presunte armi di distruzione di massa possedute dal regime di Saddam Hussein.
I protagonisti si troveranno costretti a mettere da parte le differenze caratteriali e i pregiudizi, facendo squadra al fine di fronteggiare una minaccia molto più grave, soprannaturale e apparentemente implacabile, che sembra essere la diretta conseguenza delle decisioni prese da Naram-Sin, Re degli Accadi, una popolazione vissuta circa 2100 anni avanti Cristo.
Gameplay
Dal punto di vista del gameplay, House of Ashes mantiene fermi i capisaldi introdotti nei primi due capitoli della saga. Il giocatore è chiamato, senza alcun preavviso, a eseguire dei quick time event di diverso tipo, che possono variare in complessità dalla semplice scelta delle frasi di un dialogo, alla pressione di più tasti con un tempismo predeterminato, a veri e propri minigiochi, nei quali è necessario regolare il battito cardiaco dei protagonisti, premendo combinazioni di tasti in determinati punti della narrazione.
Quick time event
L’esecuzione dei quick time event provoca il cambiamento della linea narrativa. Purtroppo, però, non tutti gli eventi presenti durante la narrazione sono trattati con lo stesso livello d’importanza; non sarà possibile per il giocatore determinare a priori se la conseguenza di un’eventuale esecuzione errata dia luogo a un semplice passo falso, che causi una banale caduta di un personaggio, oppure ne provochi addirittura la morte.
House of Ashes non si può definire un more of the same: il team s’è impegnato notevolmente per dare alla produzione una marcia in più rispetto al passato. La meccanica di gioco presenta due novità interessanti rispetto ai suoi predecessori. Sono stati inseriti tre livelli di difficoltà, che si concretizzano purtroppo solamente nella quantità di tempo a disposizione con cui eseguire i quick time event e sono presenti delle sezioni esplorabili, nelle quali è possibile prendere il controllo di un personaggio e interagire con oggetti del mondo circostante, come tipicamente avviene nelle fasi investigative dei giochi appartenenti al genere Third Person Adventure.
Una progressione lineare
La progressione lineare è purtroppo intrinseca in un’avventura grafica, ma il sapiente uso dell’Unreal Engine permette ai ragazzi di Supermassive Games di fornire un colpo d’occhio degno di una produzione Tripla A. L’opera sembra anche discretamente ottimizzata dato che, pur avendo giocato la versione mid-old-gen, non abbiamo riscontrato nessun calo significativo del framerate.
Troppi jump scare
Ci dispiace infine constatare che uno dei maggiori difetti attribuiti ai primi due capitoli di The Dark Pictures Anthology non sia ancora stato risolto. Anche in House of Ashes, infatti, è fatto un uso davvero eccessivo di jump scare che dopo un po’ aumentano la frustrazione del giocatore e impoveriscono inutilmente la qualità complessiva dell’esperienza.
Feeling
House of Ashes, come del resto l’intera saga di cui fa parte, non è un’esperienza adatta a tutti. L’opera rappresenta un modo preciso e peculiare d’intendere il videogioco, profondamente diverso e distante da quanto siamo abituati al giorno d’oggi. Ci teniamo a sottolineare, però, che l’ultima affermazione non va interpretata con un’accezione negativa.
La diversità e la distanza dai canoni classici rendono House of Ashes una perla rara, in grado d’intrattenere il giocatore per un tempo variabile tra le 5 e le 7 ore di gioco. L’ottimo comparto grafico e l’appropriato accompagnamento sonoro contribuiscono a tenere alto il livello d’adrenalina e a farci chiudere un occhio su una sceneggiatura non sempre originale, una gestione della telecamera a volte capricciosa e un level design un po’ troppo stereotipato.
Un gioco consigliato
Possiamo quindi affermare senza esitazione che House of Ashes sia un titolo degno di nota e fortemente consigliato a ai giocatori che abbiano apprezzato i precedenti titoli di Supermassive Games o, più in generale, a quanti siano alla ricerca di una storia interattiva, nella quale la narrazione abbia un peso maggiore rispetto a quello attribuito alla complessità delle meccaniche di gameplay.
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PRO
- Un gioco diverso dalla media
- Una bella narrazione
- Il migliore capitolo della saga
CONTRO
- Level design banale
- Troppi jump scare
- Un gioco non per tutti
Serie | The Dark Pictures Anthology |
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Uscita | 22 Ottobre 2021 |
Gameplay | Single player |
Anno | 2021 |
Piattaforma | PS4, PS5 XBOX ONE, XBOX Series X|S PC |
Genere | Avventura grafica Horror |
Sviluppatore | Supermassive Games |
Produttore | Bandai Namco Entertainment |
Distributore | Bandai Namco Entertainment |