Thomas Hardiman: «Ecco com’è nato Medusa Deluxe»
Tra i film più particolari di quest’estate, certamente è da segnalare Medusa Deluxe, approdato su MUBI il 4 Agosto e opera prima del giovane regista Thomas Hardiman. Giallo anticonvenzionale, come l’abbiamo seccamente definita in sede di recensione per obblighi di sintesi, è invece una pellicola stratificata e ricca di spunti, certamente un’opera da non perdere. Abbiamo avuto il piacere e l’onore d’incontrare proprio Thomas Hardiman: ecco il frutto della nostra chiacchierata.
Quando la passione si trasforma in ossessione
Per quale motivo hai deciso di scrivere la storia di Medusa Deluxe?
Ci sono diverse ragioni che mi hanno portato a scrivere questa storia. Prima di tutto io amo il mondo dell’acconciatura e volevo in qualche modo celebrarlo; allo stesso tempo, volevo trattare un argomento che ben esprimesse come la passione possa trasformarsi in ossessione. Inoltre, trattare il tema dell’hairstyle mi ha permesso di mixare momenti drammatici a momenti comici o, addirittura, di fondere questi due aspetti riuscendo a creare alcune scene drammaticamente comiche. In questo tipo d’ironia la Gran Bretagna ha una tradizione specifica e il mondo dell’acconciatura e dei capelli ha poi un forte valore culturale ed è davvero importante per la propria autodeterminazione. Nel film, poi, è presente una parte di gossip, che è sempre divertente ed è fondamentale nella commedia. Ero infine interessato a girare un film che sperimentasse molto e inclusivo, rendendo la sceneggiatura la più inclusiva possibile e, contemporaneamente, divertente. È stato davvero difficile.
Quanto sono importanti le acconciature nel film, sia dal punto di vista narrativo che nella definizione della personalità dei personaggi?
Ho cercato di raccontare una storia attraverso le acconciature. Come le battute degli attori svelano le loro esperienze o la costruzione della trama narra i loro cambiamenti, le acconciature raccontano una storia a parte. In una delle parrucchiere, Devine, si può osservare il cambio d’acconciatura durante la storia che accompagna il mutamento interiore del personaggio.
Il ruolo dello spettatore
In Medusa Deluxe sembra che la soluzione del mistero sia in secondo piano rispetto a quanto accade tra i personaggi: è così?
Si, è esattamente così. Volevo che lo spettatore empatizzasse coi personaggi e si sentisse parte della storia. Il focus del film sono infatti le persone e i loro cambiamenti: è proprio per coglierli al meglio che ho preso la scelta del piano sequenza, insolita per un film giallo, che solitamente mantiene un ritmo alto proprio grazie al montaggio. Col piano sequenza, invece, si rimane coi personaggi e si ottiene una continuità di spazio che consente di capire al meglio le scelte operate dai personaggi all’interno della storia.
La grande sfida tecnica
Il look del film è davvero stupendo e un grande merito va sicuramente a Robbie Ryan, direttore della fotografia: com’è stato il lavoro?
Dal punto di vista tecnico, Medusa Deluxe è stato davvero difficile, l’abbiamo girato solamente in 9 giorni, davvero poco tempo per una pellicola di questo tipo. Il team che s’è occupato dell’aspetto visivo del film è stato davvero incredibile: Gary Williamson ha curato la parte di production design e Robbie Ryan ovviamente ha dato un contributo fondamentale, così come Eugene Souleiman, che s’è occupata delle difficili acconciature dei personaggi. Questi e molti altri professionisti hanno di fatto reso possibile il film.
Per quanto riguarda più specificatamente il lavoro con Robbie Ryan, il direttore della fotografia di Medusa Deluxe, e con Jake Whitehouse, operatore steadycam, abbiamo pianificato ogni singolo dettaglio del film, vista soprattutto la scelta del piano sequenza. Tra di noi s’è creata, infatti, una fortissima relazione, che ha valicato anche l’aspetto lavorativo. Parlando poi del risultato finale in termini di look, tutto fa riferimento ai capelli e alle acconciature: le luci e la color palette sono state studiate partendo proprio dai capelli, che sono i protagonisti visivi del film.
La scelta del formato
Per quanto riguarda, invece, il formato col quale il film è stato girato, si tratta più di una scelta estetica o narrativa?
In realtà, entrambe le motivazioni ci hanno portato alla scelta di quel formato, che ci ha permesso sia di stare molto vicino ai personaggi e quindi di percepire al meglio le loro emozioni, sia banalmente di non riprendere quanto era ai lati dell’inquadratura, come per esempio le luci.
Un debutto piacevole
Questo è stato il tuo debutto sul grande schermo: come ti sei sentito sul set? Avevi paura che il film potesse differire molto da quanto avevi in mente?
È difficile da spiegare… Sul set ero contemporaneamente nervoso, sicuro di me ed emozionato, sebbene avessi lavorato molto in fase di preparazione. Penso d’aver letto tutte le biografie di registi in circolazione ed è sempre presente un capitolo dedicato al loro primo film, descritto da ognuno come la peggior esperienza della loro vita. L’unico ad aver descritto la prima direzione come piacevole è stato Akira Kurosawa e devo dire che mi trovo d’accordo con lui.
Ovviamente girare Medusa Deluxe è stato davvero stressante: avevamo solo nove giorni a disposizione, che per un film così complesso tecnicamente sono davvero pochi, però devo ammettere che mi sono goduto ogni momento, pur se durante le riprese ci siamo spinti davvero al limite delle nostre possibilità, considerando anche il basso budget. Ogni singolo, piccolo elemento è stato un successo, tutto ha funzionato a perfezione e per questo sono davvero grato a tutti quanti hanno concorso alla realizzazione il Medusa Deluxe.