Tobey Maguire: lo Spider-Man avvinghiato ai nostri cuori
Tobey Maguire
«I can’t just be that nice, reserved guy all the time!».
Un ragazzo
Da bambini abbiamo assaporato i cartoni animati di Spider-Man, da solo o in team up con Stella di Fuoco e l’Uomo Ghiaccio. Poco più grandi, abbiamo scoperto i tre film arrivati sul finire degli anni ’70: roba carina, per l’epoca, realizzata facendo un collage degli episodi di una serie TV sull’Arrampicamuri mai arrivata in Italia, ma abbastanza apprezzata in patria. Poi il nulla, interrotto solo da rumor di un film tutto nuovo. Erano voci incontrollate e raccontavano di una regia una volta affidata a James Cameron, un’altra a Tim Burton…
Il primo che seppe indossare il costume
La realtà, lo sapete, è un’altra: abbiamo dovuto aspettare il 2002 e Sam Raimi per vedere un Peter Parker sullo schermo. E aveva il volto di Tobey Maguire. Ancora freschi dalle emozioni suscitate da Spider-Man: no way home, l’ultimo capitolo di tanti film dell’Uomo Ragno e di altrettante sue declinazioni che ha riunito i tre attori che lo hanno interpretato, vogliamo dedicare il nostro spazio a chi, per primo, seppe vestire il suo costume, restando per molti di noi avvinghiato ai nostri cuori.
Figlio di genitori separati, Tobey Maguire fu incoraggiato dalla madre a intraprendere la carriera d’attore. Avrebbe voluto fare lo chef, in realtà, ed era indirizzato verso un percorso di studi diretto a posizionarlo davanti ai fornelli. Cambiò idea quando la madre gli offrì 100 dollari in cambio dell’iscrizione alla classe di recitazione: quando si dice la passione…
L’esordio
Il suo esordio arriva un po’ in sordina, nel 1989. Si tratta di un ruolo da comparsa ne Il piccolo grande mago dei videogames, film targato Nintendo su cui possiamo anche sorvolare, ma che rimarrà sempre come monito su cosa succeda quando una pubblicità dura quasi due ore. Nel 1993 è, invece, in Voglia di ricominciare: narra la leggenda che il giovane Tobey Maguire abbia ottenuto il ruolo di Chuck Bulger grazie all’intervento dell’amico storico, Leonardo DiCaprio, col quale tornerà a recitare ne Il grande Gatsby (2013). Non pensate a una raccomandazione, perché gli anni successivi sono, per Tobey Maguire, quanto più somiglianti alla gavetta.
Una carriera in costante ascesa
SFW: so fucking what (1994), Tempesta di ghiaccio (1997) di Ang Lee, Harry a pezzi (1997) di Woody Allen scandiscono una carriera in ascesa costante, che non a caso culmina nel 1998 con una partecipazione in Paura e delirio a Las Vegas, di Terry Gilliam, e una parte da protagonista in Pleasantville, accanto a Jeff Daniels.
Malgrado non tutti i film citati siano drammatici, non c’è dubbio circa l’espressione tipica di Tobey Maguire, sempre in bilico tra il pianto e la tristezza. Questa sua caratteristica s’esprime bene ne Le regole della casa del sidro (1999): è il protagonista della pellicola, accanto a Charlize Theron e Michael Caine, e dà l’anima a un personaggio profondo e commovente. Non a caso, il film fa incetta di premi. Seguiranno altri lavori di qualità, tra cui, ancora diretto da Ang Lee, Cavalcando col Diavolo (1999).
Finalmente Spider-Man!
Ma è il 2002 l’anno in cui molti di noi conosceranno Tobey Maguire: arriva il primo capitolo dello Spider-Man di Sam Raimi e l’attore è Peter Parker. Interpreta un ruolo più giovane della sua età, ma l’effetto trasmesso è davvero molto soddisfacente e credibile, specialmente se si pensa che nel cast Tobey Maguire deve vedersela con un certo Willem Dafoe… Due anni dopo si replica con Spider-Man 2, un sequel forse addirittura superiore al primo film, sebbene la presenza dell’Arrampicamuri sia più concentrata nella seconda parte della storia.
1, 2 e 3
Purtroppo, però, si decide di fare un terzo capitolo… Spider-Man 3 è lento e stanco, ravvivato solo dalla presenza dell’Uomo Sabbia come villain e da un Venom non troppo riuscito. Peter Parker è un po’ emo, un po’ dark, ma suscita più ilarità che soggezione; incredibilmente, la lacrima facile con cui lo caratterizzano ulteriormente fa solo venire voglia di schiaffoni. A peggiorare il tutto, una sceneggiatura non certo perfetta e il ricorso non troppo convinto a un triangolo amoroso privo d’appeal per il pubblico.
Ma nonostante tutto, la trilogia di Spider-Man rimane emblematica e centrale, per quanto non ci dispiacciano gli eredi Andrew Garfield e Tom Holland. Tobey Maguire rimane comunque il nostro primo, pavido e impacciato Peter Parker. Anche l’attore sembra essersi affezionato al ruolo, poiché anni dopo, rispondendo alla domanda di un fan, dichiarava entusiasta: «Sì, lo rifarei di nuovo. Accetterei d’interpretare Spider-Man senza esitare».
L’emozionante ritorno del suo Arrampicamuri
E nonostante mamma Marvel abbia avuto a lungo altri piani per il futuro cinematografico dell’eroe, l’emozione è stata enorme nel vederlo apparire finalmente nel ruolo in occasione di No way home. Chi meglio di lui poteva fare da mentore al Peter Parker in difficoltà di Tom Holland, in una pellicola che più di altre ha riportato l’Arrampicamuri in una dimensione originale vicina proprio a quella che abbiamo amato grazie a Tobey Maguire.
Eterno ragazzo
Da tempo, tra l’altro, l’attore mancava dal grande schermo. Sè vestito produttore, infatti, e il suo nome figura in Pawn sacrifice (2014), trasposizione su grande schermo di una delle più famose partite di scacchi della storia, quella tra l’eccentrico Bobby Fisher e il campione del mondo Boris Spassky. Poi citiamo Z for Zachariah, uscito negli USA nel 2015, così come La quinta onda, nel 2016. C’è stato spazio anche per il doppiaggio e lo ricordiamo in Baby boss (2017). Tobey Maguire, classe 1975, resta un eterno ragazzo, grazie ai suoi lineamenti che ricordano ancora quelli di un adolescente. Con o senza maschera. Ma noi propenderemo sempre per la prima ipotesi.