«Ti vedo strano papà»

È al cinema Trap, il nuovo film distribuito da Warner Bros. del maestro dei colpi scena M. Night Shyamalan. Curiosamente, il film si è presentato al pubblico sin dal primo trailer svelandone l’elemento più significativo. Un padre e sua figlia si recano al concerto di una star del pop e l’uomo nota come il palazzetto sia presidiato da un piccolo esercito, scoprendo che lo show è stato architettato per stanare e catturare un pericoloso serial killer, il Macellaio. Cioè proprio lui.

E il colpo di scena?

Privo (forse) del suo colpo di scena, Trap sembra interessante proprio perché rompe uno schema narrativo tipico di M. Night Shyamalan, offrendo sulla carta una caccia all’uomo claustrofobica, in cui l’assassino non solo deve salvarsi dalla cattura escogitando numerosi stratagemmi per fuggire, ma al contempo deve mantenere segreta la sua identità alla figlia, ignara della sua doppia vita.

Un inedito Josh Hartnett

A rendere ulteriormente appetitoso il piatto, concorre la presenza di un inedito Josh Hartnett nel ruolo del protagonista malvagio, sostenuto da uno stile di regia che nella prima metà del film gioca costantemente su campi e controcampi frontali e molto stretti, facendo apprezzare la sua  mimica. Allo stesso modo, la camera spesso segue lo sguardo del killer, rendendoci in qualche modo partecipi dei suoi ragionamenti per trovare una via di fuga.

E infatti Trap, finché si svolge all’interno dell’arena in questo gioco del gatto col topo, funziona egregiamente. Dove, invece, scivola rovinosamente è nel terzo atto, quando la vicenda si sposta altrove, rompendo il meccanismo narrativo anche mediante alcune trovate poco credibili, che allungano il racconto e lo diluiscono, allontanandolo dal terreno così ben seminato in precedenza.

Cuore di papà

Altro elemento poco apprezzabile di Trap è la costante sensazione d’assisteere a un lungo spot cinematografico dedicato da M. Night Shyamalan alla figlia e cantante Saleka, il cui terzo album, Lady Raven, ha lo stesso nome del personaggio da lei interpretato in tutto il film, anche al di fuori del palco, su cui inevitabilmente s’indugia spesso.

La vera storia dietro Trap

C’è una curiosità legata a Trap e cioè la vera storia cui s’è ispirato il film. Si tratta dell’Operazione Flagship, che tentò d’intercettare circa 3.000 latitanti, attirati in una trappola a Washington, dietro la finta promessa di biglietti gratuiti per assistere a una partita di football dei Washington Redskins contro i Cincinnati Bengals.

Trap non è un film da sconsigliare, al contrario, ma non va oltre il classico prodotto estivo da guardare distrattamente, popcorn sulle ginocchia e nella frescura di un cinema climatizzato.