«I’ve noticed you’re really lonely»

È arrivata oggi, Venerdì 11 Marzo, su Prime Video la seconda stagione di Upload, la serie che vede Greg Daniels come showrunner. Il corto numero di episodi, unitamente alla disponibilità immediata dell’intero numero di episodi favoriranno gli amanti del binge watching. Dove eravamo rimasti? Prima che il Covid bloccasse le riprese, avevamo lasciato Nathan recuperato dal limbo dei 2 giga da Ingrid, che si era fatta uploadare per salvare la loro relazione. Da questo punto si sviluppano le tematiche della seconda stagione.

Lo stesso mondo

A spiazzare di più è costatare d’aver lasciato Upload due anni fa, un lasso di tempo in cui abbiamo il visto il mondo molto cambiato, per ritrovare la serie invece mutata davvero poco. Esattamente come se fosse finita anch’essa nel limbo dei 2 giga. Inoltre, Upload manca sicuramente di quel momento di freschezza introdotto dalla sceneggiatura della prima stagione: sappiamo che mondi abbiamo di fronte e cosa vi accade, nonostante i mille tentativi di plot twist. Non sorprende neanche quel mescolare i ruoli tra buoni e cattivi.

I difetti della seconda stagione

Il maggiore difetto, però, risiede altrove. Upload si perde e mostra i suoi limiti maggiori in una trama quasi scontata, che sembra quasi che voler cedere ai cliché della sit-com, per poi ritirarsi all’ultimo, o di voler approfondire gli aspetti più misteriosi, per poi fermarsi al banale. Anche l’approccio leggero a tematiche più impegnate fallisce l’obiettivo, sfociando in un attimo dal leggero al superficiale.

L’elemento introdotto in questa stagione, ossia la nascita delle comunità anti-tecnologiche e il complotto dei grandi agglomerati, non riesce a convincere sino in fondo. Pur non avendo la pretesa d’essere originale (e non potrebbe certamente esserlo), non riesce comunque a coinvolgere e convincere. Il futuro velatamente dispotico in cui le persone rinunciano alla propria libertà per comodità, non vuole essere affrontata con pesantezza, ma in ogni modo non rimane sospesa o solo accennata.

Gli attori

Si mantiene buona, invece, la chimica tra Nathan e Nora, sebbene per rivivere quegli incontri dovremo aspettare un pochino. In realtà, è piacevole ritrovare quasi tutti i protagonisti che ci avevano accompagnato nella prima stagione. A livello attoriale, a spiccare sicuramente è l’interpretazione di Allegra Edwards, nei panni di Ingrid, che si pone un gradino sopra gli altri.

Ingrid

Si riscontra anche nel maggiore spazio dato al personaggio, che guadagna nel corso delle puntate una centralità, per un personaggio più reale e che più di altri s’avvicina a chi siamo realmente. In Uplaod ogni elemento lascia un fondo d’amaro in bocca e non può essere da meno il personaggio più detestabile, apparentemente più finto e irritante. Quello che più ci somiglia.

La sottotrama introdotta dal programma beta dei bambini, di cui qui non diciamo oltre per evitare spoiler, è forse uno dei momenti più riusciti di questa seconda stagione, maggiormente prossimo alla prima. Non solo: è pure la parte della trama che più punta il dito verso questa parte dello schermo, la nostra.

Dal nostro lato dello schermo

Perché Upload è, sì, una serie che immagina un aldilà virtuale, ma guarda al mondo dei vivi; è uno show su un mondo fantastico, ma punta gli occhi, o almeno ci prova, al mondo reale. In sintesi, sembra difficile che questa seconda stagione possa conquistare nuovi spettatori e forse sarà difficile mantenere addirittura quelli vecchi. Upload inizia a presentare numerosi bug, per rimanere in tema, e non resta che augurarci l’arrivo di una patch, per non terminare l’esecuzione del programma.