Voyage of time | Bellezza poetica della scienza | Recensione
Il voto di Nerdface:
4.5 out of 5.0 stars
Titolo originale | Voyage of time |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2016 |
Durata | 90 minuti |
Uscita | 3 Marzo 2022 |
Genere | Documentario |
Regia | Terrence Malick |
Sceneggiatura | Terrence Malick |
Fotografia | Paul Atkins |
Musiche | Hanan Townshend Simon Franglen |
Produzione | Sophisticated Films Wild BunchPlan B Entertainment Sycamore Pictures IMAX Corporation |
Distribuzione | Double Line Lo Scrittoio |
Cast | Brad Pitt Cate Blanchett |
Il voto di Nerdface:
4.5 out of 5.0 stars
«Quale senso abbiamo noi?»
A quasi sei anni dalla presentazione alla 73ª Mostra del Cinema di Venezia, il 3 Marzo 2022 arriva finalmente nelle sale italiane, grazie a Double Line e Lo Scrittoio, nella sua grandiosa versione integrale, Voyage of time: il cammino della vita, il docufilm del 2016 del grande Terrence Malick, prodotto da Brad Pitt. Una splendida occasione per godere su grande schermo della potenza visiva che un genio come Malick è in grado di suscitare.
La storia della Terra
In Voyage of time, Terrence Malick invita lo spettatore a sondare in profondità 14 miliardi di anni tra passato, presente e futuro, ricostruendo la cronologia scientifica della Terra, dalla nascita delle stelle, alla comparsa dell’uomo sul pianeta. Nell’arco di diversi anni, il regista con questo lavoro ha voluto creare un nuovo formato sperimentale, al confine tra effetti speciali tradizionali ed effetti digitali all’avanguardia.
Un interrogativo
Dalla microfotografia alle immagini generate da supercomputer, da creature viventi a immagini che somigliano a specie preistoriche, l’interrogativo è: possiamo riprodurre sullo schermo gli eventi cosmologici più immensi e le forme di vita più bizzarre, di cui nessuno è mai stato testimone, e farlo in modo da consentire alle persone di relazionarsi, valutandone la bellezza, il significato e le conseguenze da un punto di vista personale?
Terrence Malick è una figura quasi mitologica all’interno del panorama cinematografico contemporaneo. Un uomo, un’artista spirituale, uno dei più grandi cineasti viventi, un poeta che ha vissuto una vita nascosta, per citare il titolo della sua ultima opera. Nel 1978, dopo i suoi primi due splendidi film, si ritirò totalmente dalle scene, tornando solo dopo vent’anni in sala col potentissimo La sottile linea rossa.
Il progetto Q
In quei venti anni Terrence Malick lesse, studiò e approfondì argomenti d’astronomia, storia e geologia. Il suo sogno era infatti raccontare l’origine del mondo in un ambiziosissimo progetto chiamato Q. Idee, sensazioni e temi di Q sono poi confluiti in parte in quel The tree of life (2011), che avrebbe cambiato per sempre il mondo del cinema.
Una ricerca estetica nuova
Il capolavoro di Terrence Malick è stato capace di sconvolgere le fondamenta del panorama cinematografico, facendosi portatore di una ricerca estetica totalmente nuova. A oggi è da ritenersi fra i film più importanti del secolo, in tanti da lì in poi hanno tentato di rifarsi a un cinema fatto di fotografia naturalista, scatti scollegati di montaggio fra un movimento e l’altro, steadycam che continuamente si muove e danza sulla scena insieme ai personaggi.
Voyage of time è una diretta emanazione di The tree of life. Anche nel documentario del 2016 confluiscono le idee del progetto Q. Se in The tree of life le magnificenti visioni cosmiche erano limitate ad alcuni frammenti incastonati all’interno di una storia che aveva una sua convergenza specifica, in Voyage of time sono totalmente abbandonati l’elemento umano e la narrazione, già di per sé rarefatta nei suoi film.
Un viaggio sensoriale
Si tratta di intensissimo viaggio sensoriale di 90 minuti, in cui il maestro texano vuole condurci attraverso la storia dell’Universo, rendendo a noi visibile ciò che ha sempre cercato col suo cinema: la meraviglia. Meraviglia per le forme di vita animali più disparate che popolano il pianeta, meraviglia per la potenza distruttiva (ma creatrice) dei vulcani, meraviglia per le onde dell’oceano che si infrangono sulla roccia.
Domande esistenziali
Ben lontano dall’essere un asettico documentario naturalistico, Voyage of time è un qualcosa di più profondo: si ricollega alla filosofia Malickiana, con la voce narrante di Cate Blanchett a farsi portatrice delle domande che da sempre animano l’uomo: se la natura ci ama, perché ci fa soffrire? Perché siamo qui? Perché il male?
L’Esistenzialismo di Kierkegaard, lo scontro fra finito e infinito continuamente esplorato da Terrence Malick nella sua filmografia, in particolare nel suo splendido e incompreso Knight of cups, lo struggimento nell’uomo per la ricerca di Dio e per trovare al dolore un senso sono tutti elementi tematici più vivi che mai. Voyage of time rappresenta in questo senso un compendio della poetica del regista, un’ode alla natura in cui tutto si muove fra scenari immensi, grazie all’utilizzo macchina da presa che, anche qui, va sempre alla ricerca della luce, riempiendo cuore e anima di meraviglia.
La bellezza della scienza
La bellezza estetica del film non fa che valorizzare la scienza sottostante in uno scambio dinamico, un dare e ricevere tra il romanticismo dell’arte e il rigore della ricerca scientifica. La scienza, per anni erroneamente considerata nemica del mistero e del senso di meraviglia, si rivela qui piuttosto per il contrario. La conoscenza non diminuisce infatti il senso della bellezza e del mistero, lo accresce.
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Titolo originale | Voyage of time |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2016 |
Durata | 90 minuti |
Uscita | 3 Marzo 2022 |
Genere | Documentario |
Regia | Terrence Malick |
Sceneggiatura | Terrence Malick |
Fotografia | Paul Atkins |
Musiche | Hanan Townshend Simon Franglen |
Produzione | Sophisticated Films Wild BunchPlan B Entertainment Sycamore Pictures IMAX Corporation |
Distribuzione | Double Line Lo Scrittoio |
Cast | Brad Pitt Cate Blanchett |