Zardoz: il film che mise Sean Connery in mutandoni
Zardoz
«Il fucile è il bene, il pene è il male».
Titolo originale | Zardoz |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Regno Unito |
Data d’uscita | 6 Febbraio 1974 |
Durata | 102 minuti |
Genere | Fantascienza |
Regia | John Boorman |
Cast | Sean Connery Charlotte Rampling Sara Kestelman John Alderton Niall Buggy Sally Anne Newton Bosco Hogan Christopher Casson Bairbre Dowling Reginald Jarman Jessica Swift John Boorman |
Uscita italiana | 13 Aprile 1974 |
Stupido testone
Agli inizi degli anni ’70, John Boorman stava preparando una versione cinematografica tratta da Il Signore degli Anelli. Era ovviamente una produzione costosissima e quindi non stupisce se, alla fine, s’arrivò a un nulla di fatto. Tuttavia, il lavoro svolto per l’adattamento dell’opera di Tolkien pare accese una certa scintilla creativa nel regista, il quale iniziò a immaginare un mondo fantastico dove ambientare una storia ispirata al classico della fantascienza La città delle stelle, di Arthur C. Clarke.
Fantascienza complessa
Nasce così un progetto meno costoso, ma forse più ambizioso: Zardoz. Come protagonista fu individuato Sean Connery che, dopo l’esperienza come James Bond, stentava a trovare altri ingaggi. Il film esce alla fine nel 1974 con l’etichetta di film fantascientifico e, alle prime visioni, lascia gli spettatori piuttosto confusi per la complessità della narrazione.
La storia
In un futuro remoto fissato all’anno 2293, la razza umana è quasi sull’orlo dell’estinzione. La società come la conosciamo non esiste, pare da molto; gli esseri umani vivono in piccoli gruppi, in una landa più o meno desolata, quella tipica di un film post-apocalittico. A vessare i disgraziati che sopravvivono alla fame e alle malattie, ci sono gli Sterminatori, un gruppo di predoni violenti guidati e ispirati da Zardoz, divinità che professa la bontà delle armi e dei massacri, al fine d’eliminare del tutto la piaga umana dal pianeta Terra.
Zardoz è un’enorme testa volante: prende cibo e lascia armi ai suoi seguaci e, durante uno di questi scambi, uno dei predoni, Zed, s’intrufola al suo interno, venendo condotto da dove essa arriva. Il resto della pellicola è un continuo susseguirsi di colpi di scena e di personaggi di varia natura, che cambiano spesso il ritmo alla vicenda e mettono ogni minuto nuova carne al fuoco.
Le tante declinazioni del film
Da post-apocalittico, Zardoz diventa pian piano distopico e utopico insieme; il percorso verso la verità avrà quasi il sapore di un viaggio iniziatico. Boorman inserisce nel suo film diversi elementi molto interessanti: la morte come unico senso della vita; la cieca condotta di chi cerca l’immortalità, non sapendo poi come riempire tutta questa vita infinita; la dubbia convinzione che le emozioni siano un male assoluto; la conclusione che debbano essere eliminate insieme alle passioni carnali, colpevoli d’abbassare l’essere umano di livello.
Una critica impietosa
Zardoz è dunque una critica impietosa e, non a caso, vede in contrapposizione un eroe definito «bruto» da tutti, proprio perché molto, molto umano e, anzi, per certi versi migliore. Zed prende consapevolezza di sé, si accetta, conosce, capisce e poi decide la strada da intraprendere: per questo, la scoperta del fantastico mondo di Zardoz non smette mai d’essere un elemento di confronto importante.
Purtroppo, Zardoz è talmente ricco di sfumature e significati da non riuscire sempre a essere efficace. Molti spettatori, infatti, non lo capirono o, semplicemente, lo trovarono confuso, come un piatto con decine di sapori diversi, che colpiscono a tradimento quando non si è ancora pronti. Poi, poco a poco, nel corso degli anni Zardoz è stato rivalutato.
Oltre il kitsch
Profondamente kitsch, molti ne furono attratti per l’aspetto da B-Movie ad alto budget, per poi scoprire un film che, lato estetico a parte, seppur importante nella costruzione del particolare universo descritto da Boorman, aveva un fortissimo potenziale, espresso però in maniera cacofonica. Non è raro vedere Zardoz la prima volta e soffermarsi sui mutandoni rossi di Sean Connery…
E così Zardoz è diventato un cult: non lo descriviamo più come un film brutto, sebbene non esente da difetti, di cui alcuni grossi, e preferiamo semmai usare l’aggettivo particolare. Zardoz è filosofia semplice, ma efficace, e probabilmente merita davvero un posto tra le pellicole di fantascienza migliori.
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Titolo originale | Zardoz |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Regno Unito |
Data d’uscita | 6 Febbraio 1974 |
Durata | 102 minuti |
Genere | Fantascienza |
Regia | John Boorman |
Cast | Sean Connery Charlotte Rampling Sara Kestelman John Alderton Niall Buggy Sally Anne Newton Bosco Hogan Christopher Casson Bairbre Dowling Reginald Jarman Jessica Swift John Boorman |
Uscita italiana | 13 Aprile 1974 |